Genio come cattivo insegnante
Non è detto che il genio sia anche un buon insegnante, anzi. Dalla prospettiva di un genio, infatti, risulta molto più difficile comprendere le difficoltà della maggior parte degli studenti e questo può rappresentare un ostacolo che l’insegnante mediocre, al contrario, non possiede.
Ecco la terza memoria dal sottoscuola. Si tratta di un pensiero scritto in corsivo su un foglio ingiallito che imputa al genio la difficoltà di diventare un buon insegnante. Anche se non penso di essere d’accordo è un pensiero che mi ha colpito molto. Anche in questo caso, come quasi sempre, lo scritto risulta anonimo. Chissà se questi testi sono stati scritti dalla stessa persona oppure da persone diverse!? Detto ciò, nonostante non ci sia dato sapere il “chi”, concentriamoci almeno sul “cosa”:
È davvero difficile, al contrario di quello che si può pensare, che gli studenti modello, o ancor di più, i geni, possano diventare dei buoni insegnanti. Ad essi, infatti, troppe cose risultano evidenti, ovvie. Essi danno per scontate troppe cose e difficilmente possono indicare gli strumenti per far fronte alle molte comuni difficoltà dal momento che, non avendo avuto le seconde, non si sono mai nemmeno dovuti procurare i primi. Forse il miglior professore è lo studente che ha avuto maggiori difficoltà e che è riuscito, almeno nella maggior parte dei casi, a superarle da solo. Forse solo chi si accorge di ciò, riuscendo a mantenere in un equilibrato rapporto e in una giusta misura la genialità da una parte e la stupidità dall’altra si avvicina alla genialità e, nel contempo, ad incarnare la figura del buon insegnante. Ma, a quanto pare, è cosa estremamente rara e difficile.
Il testo che hai appena letto è tratto dall’archivio immaginario di una scuola invisibile ma ricca di storie interessanti.
Tutto cominciò così: “La genesi delle Memorie dal sottoscuola”