“Non ha comunicativa”

Su che cosa poggia la qualità di un insegnante?

Raffaello Lambruschini (1788-1873) fu politico, agronomo e pedagogista. Si occupò attivamente di favorire il sorgere di scuole per il popolo al preciso scopo di innalzare il livello medio d’istruzione nell’Italia in via di formazione. Ispirandosi a Joseph Lancaster credette nell’istruzione reciproca (o mutuo insegnamento). Questa pratica – lungi dall’essere un’invenzione dei nostri anni – offriva la possibilità di diffondere le abilità scolastiche di base ad un ampio numero di persone in situazioni caratterizzate dalla penuria di risorse e di insegnanti a fronte di classi numerosissime.

Alcune pagine di Lambruschini rappresentano ancora bene la sua chiarezza d’intenti, non di rado accompagnata da formulazioni illuminanti.

Quando io sento dire d’alcun maestro: egli non ha comunicativa; confesso che sembrami sentir dire: egli non sa quello che insegna. Non sa, dico, come e quanto bisogna sapere per padroneggiar la materia, e appropriarsela, e farne (dirò così) nel proprio intelletto un concepimento che le dia forma sua e vita e potenza a trasfondersi nella mente altrui. Per sapere in modo siffatto non basta una lettura, non basta un’inerte agglomerazione d’idee acquisite: ci vuol profonda meditazione, ci vuol discussione, disputazione talvolta e confutazione: e giovan anco mirabilmente (per coloro almeno che non saprebbero trovarle da sé) certe regole logiche, certi canoni di metodo, che in gran parte sono, se voi volete, occhiali per i miopi e grucce per gli zoppi; ma che valgono appunto a far sì, che ancora i miopi veggano e ancor gli zoppi camminino.

[Raffaello Lambruschini, Scritti pedagogici, UTET, Torino, 1974, p. 280]

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