La Fuffoscuola
Il bellissimo libro di Gigi Monello fa chiarezza sulle ragioni dell’inquietante tracollo dell’istituzione scolastica attuale e smaschera il vuoto che si cela dietro la neo-lingua di quella che è già diventata una “fuffoscuola”.
La Fuffoscuola di Gigi Monello è un libro critico nei confronti della scuola pubblica italiana degli ultimi decenni. Lo stile è schietto, satirico e pungente ma, nel contempo, ironico, coinvolgente e piacevole. Con questo testo l’autore, un insegnante a fine carriera, denuncia una serie di tendenze che contraddistinguono la scuola di oggi tra cui:
- L’ossessione per l’adozione di nuove tecnologie e metodologie didattiche tutt’altro che efficaci;
- L’impressionante, disorganica e controproducente proliferazione di progetti e attività extra-curricolari;
- L’aumento del buonismo degli insegnanti nei confronti degli studenti; un buonismo che assume sempre più spesso la forma di atteggiamenti sempre più indulgenti e permissivi che hanno ripercussioni più negative che positive sui discenti e sul loro processo di apprendimento;
- La crescente invadenza dei genitori che in un numero sempre crescente assumono il ruolo di avvocati d’ufficio dei propri figli contribuendo allo svilimento dell’autorità degli insegnanti e all’indebolimento dell’istituzione scolastica;
- La retorica dell’inclusività che, di fatto, tende ormai a ridursi ad un abbassamento degli standard di apprendimento;
- Il fallimento dell’autonomia scolastica introdotta in Italia negli ultimi decenni, che invece di migliorare la qualità dell’istruzione, ha contribuito alla sua “dissoluzione” producendo conseguenze terribili come la sempre maggiore carenza di meritocrazia, nonché una progressiva superficialità degli approcci educativi.
La scuola, insomma, si è trasformata, secondo Monello, in un “circo mediatico” dove si dà più importanza a progetti, attività extra e al benessere degli studenti piuttosto che all’insegnamento rigoroso delle discipline. Il libro è organizzato come un glossario che raccoglie ed enuclea i seguenti termini attraverso cui la scuola di oggi viene filtrata ed analizzata: autonomia; bande [dei crediti]; competenze; dirigente; educare; fuffa; griglia; humour; includere; legge 107/15; marasma; nuovo (che avanza); onanismo (pedagogico); progetto; quotidianità; respingere; successo (formativo); tempo; Uda; viaggio (di istruzione). Ciascun termine è accompagnato da critiche pungenti e aneddoti sull’evoluzione, anzi, sull’involuzione del sistema scolastico.
La Fuffoscuola di Monello, dunque, offre uno spaccato inquietante e tragicomico sull’attuale istituzione scolastica italiana che non solo si ritrova sempre più spesso a vendere fumo a studenti e famiglie, oltre che a promettere ciò che poi puntualmente non riesce, e in diversi casi forse nemmeno vuole, mantenere. L’autore, ricorrendo ad una caustica ironia, smonta pezzo per pezzo l’evoluzione della scuola pubblica, offrendo un racconto semiserio ma profondamente critico e disilluso che smaschera la sua tragica decadenza e il suo inesorabile tracollo.
Non a caso il termine “fuffa“, nell’italiano colloquiale, indica qualcosa di vuoto, privo di sostanza o inconcludente. Si usa comunemente, infatti, per descrivere discorsi, informazioni, o prodotti che sembrano avere senso e possedere un contenuto, ma che in realtà non hanno valore reale, essendo superflui o superficiali e che dunque non aggiungono di fatto nulla di concreto o significativo.
In fin dei conti si tratta di una descrizione disincantata e disillusa del sistema scolastico attuale che ha il potere di smascherare e ridicolizzare al punto da annichilire quella narrazione propagandistica che troppo spesso viene decantata da politici, dirigenti e insegnanti. Una boccata d’ossigeno in mezzo al retorico e ipocrita lezzo pedagogico che sta vampirizzando il senso più proprio della scuola che sarebbe quello di istruire, trasmettere conoscenze e allenare al pensiero critico. Ecco un estratto che riassume efficacemente il senso di questo scritto:
[…] La scuola oggi? […] E’ diventata […] una gigantesca, grottesca, surreale apparenza ingannevole […]. Un posto dove, ai rapporti di causa-effetto del pensiero critico, si sono sostituiti i rapporti per simpatia e partecipazione del pensiero magico. Compri i libri, frequenti per cinque anni, galleggi alla bell’e meglio tra debiti, corsi di recupero e materie a settembre, con finale, compassionevole ammissione alla Sanatoria di Stato? Hai raggiunto il successo formativo. Fai due simulazioni di terza o di seconda prova, mentre i relativi programmi sono in pauroso ritardo? Sei pronto per l’esame di stato. Scendi per due orette in aula magna a vedere, tra smartphone accesi, chiacchiere e risatine, quattro slides sulla legalità? Sei avviato alla buona e consapevole cittadinanza. Sei andato per due mattinate a passeggiare tra aule, vialetti e corridoi di una cittadella universitaria? Sei orientato in uscita. Hai fatto alternanza scuola lavoro facendo fotocopie in un ufficio comunale, o dando, elmetto in testa, un’occhiatina ad petrolchimico? E’ aumentato il tuo grado di occupabilità. Hai giocato per qualche giorno al piccolo ambasciatore ONU, con tanto di cravatta o tailleur? Sei competente in politica internazionale. Hai fatto il viaggio di istruzione tra birre, pub, schiamazzi e scemate? Hai avuto il tuo momento di crescita socio-affettiva. E via discorrendo. Un sistema magico fatto di retorica, dabbenaggine, opportunismo, velleitarismo, fatale vulnerabilità adolescenziale alla fregatura; un bell’italianissimo pastiche che d’ora in poi chiameremo fuffoscuola.
La Fuffoscuola, insomma, è un libro che fa luce sulla tenebrosa china intrapresa dalla scuola di oggi che, ahinoi!, sta sempre di più rinunciando ad assumersi la responsabilità del proprio ruolo sociale che, per definizione, le impone di intraprendere una crociata quotidiana contro l’ignoranza; una scuola che, in questo modo, sta diventando complice del progressivo imbarbarimento della civiltà che ormai è sempre più difficile da ignorare o minimizzare e che è sotto gli occhi di tutti, compresi coloro che continuano a far finta di nulla negando una realtà ormai innegabile o deformandola per evitare di fare i conti con la propria coscienza professionale sporca; anzi, sporchissima. Un libro che, mentre svela l’ideologica, “fuffosa” e imperante ipocrisia buonista, produce un effetto catartico, quasi curativo. D’altronde quando si è costretti ad ascoltare così tante bugie da parte di colleghi, dirigenti e genitori, lo svelamento di qualche verità non può che produrre sollievo, liberazione e addirittura piacere.