Progetti & sponsor
C’è qualcosa di peggio dei progetti scolastici ordinari
Per me ci sono poche cose fastidiose come i progetti scolastici che vengono infilati a forza nell’orario settimanale delle classi erodendo preziose ore da dedicare allo studio delle discipline; ma c’è qualcosa che mi pare ancora più fastidioso: sono i progetti sponsorizzati da società, aziende, cooperative, banche o gruppi assicurativi.
Non demonizzo affatto la presenza di quello che ancora in molti chiamano il Capitale dentro le scuole italiane: il capitale privato potrebbe servire a ristrutturare gli edifici, a costruire biblioteche, palestre, campi sportivi o auditorium; piuttosto non sopporto che la scuola come istituto di istruzione riveli la propria inconsistenza culturale facendosi colonizzare dalle mission (così le chiamano gli esperti di marketing) di soggetti che si muovono in vista (anche se è giusto dire non solo) del proprio tornaconto economico.
Il tornaconto economico è parte della vita, e non è per forza un male. Quello che non si può perdonare è che la scuola si sia tanto svuotata (con le proprie mani) del proprio scopo originario che ora chiunque può arrivare nelle nostre aule per parlare di un qualsiasi problema senza che si comprenda che dovrebbe essere proprio la scuola, attraverso lo studio delle discipline, a garantire che gli studenti possiedano gli strumenti necessari alla comprensione critica (e dunque indipendente) di quel problema, dal momento che lo dovranno affrontare realmente, una volta giunti in società. Fino a quando gli studenti non avranno acquisito quegli strumenti saranno sempre a rischio di ricezione acritica, di indottrinamento, di colonizzazione da parte dei soggetti che parlano di fronte a loro.
Noi siamo fatti così: amiamo raccontarci che facciamo del bene sottraendo all’individuo gli strumenti culturali per decidere da sé; sostituendoli con le soluzioni interessate di altri.