I nemici del Gessetto

Discutere, discutere, discutere razionalmente è il meglio che si possa fare


Vogliamo augurare buone feste ai nostri nemici, a quelli che ci avversano e maledicono il Gessetto ogni giorno. Lo facciamo perché abbiamo bisogno di loro: se vogliamo aprire un dibattito vero sulla direzione sciagurata che ha preso la scuola (e – inevitabilmente – pure il Paese insieme a lei) serve che i nostri nemici, i nostri oppositori, i nostri critici si esprimano argomentando, spiegando perché non sono d’accordo con le nostre idee.

Certo, magari sarebbe bene che i nostri nemici rinunciassero a nascondersi dietro al principio d’autorità (“gli studi dicono che…”) accettando d’abbassarsi al dialogo razionale. Quando si parla di relazioni educative, cioè di vive relazioni tra individui liberi, ci sono almeno due cose da evitare:
– appellarsi alla scienza in modo dogmatico, come se essa fosse un prodotto umano omogeneo, perché ciò conduce a grandi abbagli;
– affrontare l’argomento con eccessivo trasporto emotivo, magari sulla scorta di difficili esperienze infantili attorno alle quali, negli anni, s’è costruita l’aspettativa di un riscatto infantile verso il mondo adulto, o verso gli insegnanti.

Al di là di tutto sappiamo che i nostri nemici sono tra i nostri lettori più appassionati ed attenti: perciò meritano le nostre attenzioni, soprattutto a Natale.


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