Ada Negri: da una povera portineria alla candidatura al Nobel
Le storie di riscatto attraverso lo studio e la cultura non sono sempre storie di successo immediato e genialità precoce, ma sono spesso racconti caratterizzati da cadute e sacrifici che oggi quasi nessuno considera accettabili. Ma a quali costi, in termini di mobilità sociale?
Ada Negri nacque a Lodi il 3 febbraio 1870 nella portineria di un palazzo signorile dove la nonna faceva la custode. L’anno seguente il padre di Ada, di professione vetturino, morì di tifo. Sua madre, operaia tessitrice presso un lanificio, riuscì con grandi sacrifici a permettere che la figlia studiasse diventando maestra elementare. Tuttavia Ada trascorse gran parte dell’infanzia accanto alla nonna, in portineria, giacché la madre lavorava più di tredici ore al giorno.
La carriera scolastica di Ada non fu priva di insuccessi. Frequentò le scuole elementari a Palazzo Tassis, in Corso Palestro. Nella classe prima ebbe come maestra Amabile Riboni: venne promossa con 24 punti su 30. In seconda la maestra fu Giuseppina Cappelli Colomba: Ada venne promossa con 25 punti su 30. Nel 1879-80 frequentò la terza risultando ripetente. In quarta elementare la maestra fu Carolina Luè; Ada ottenne 21 punti e l’anno dopo dovette ripetere la quarta, avendo come insegnante ancora Carolina Luè: fu promossa con 27 punti su 30.
Dall’ottobre 1882 iniziò a frequentare il primo corso preparatorio della Scuola Normale Femminile di Lodi, con Giuseppina Ferrari Pozzoli come insegnante di Italiano. Venne “promossa senza esame” con punti 72 su 80, ma dovette ripetere l’anno non avendo ancora l’età minima richiesta dalla legge per iscriversi. Nell’autunno 1884, raggiunti i quindici anni, potè iniziare il primo corso effettivo della Scuola Normale. Ebbe come insegnante d’italiano Paolo Tedeschi, e come insegnante di scienze matematiche, fisiche e chimiche, Carlo Besana.
Alla morte della nonna, con cui Ada aveva continuato a vivere, lei e la madre furono costrette a traslocare in due stanzette del sottotetto del medesimo palazzo per concessione dei proprietari.
Il 22 luglio 1886 Ada concluse il secondo anno di studi ed ottenne la patente di maestra elementare di grado inferiore. Il 18 luglio 1887, dopo aver completato il triennio di studi, ottenne dalla Commissione presieduta dal Regio Provveditore agli Studi la patente di maestra elementare di grado superiore che le fu consegnata solo il 24 febbraio 1888, dopo il compimento del diciottesimo anno.
La prima classe elementare maschile in cui Ada insegnò era composta da centonove scolari che andavano a scuola sporchi e pieni di pidocchi. Lei disse di sentirsi a suo agio proprio tra quei “diavoli scatenati”. Guadagnava sessanta lire al mese; alloggiava presso i panettieri del paese, la cui figlia Chiara divenne sua grande amica, e venne poi rievocata nei racconti di Ada come “Chiarascura”.
Il 3 marzo 1888 il settimanale «Fanfulla da Lodi» pubblicava la prima poesia di Ada Negri, intitolata La nenia materna. Da quel momento la sua vita fu segnata dal lavoro come maestra, dal giornalismo, e da una lunga serie di segnalazioni e successi letterari di critica e pubblico legati tanto alla poesia quanto alla narrativa.
Ada Negri fu in contatto con molti importanti membri del Partito Socialista Italiano (tra cui Filippo Turati, Benito Mussolini ed Anna Kuliscioff). Dopo il fallimento del matrimonio con l’industriale Giovanni Garlanda, Ada visse brevemente a Zurigo. Nel 1931 ricevette in Campidoglio il “premio Mussolini”, alla presenza del re; nel 1937 le fu conferita la medaglia d’oro di Benemerenza Scolastica dal Ministro dell’educazione nazionale; nel 1940 fu la prima e unica donna ad ottenere il titolo di Accademica d’Italia. Nel 1926 e nel 1927 fu candidata al premio Nobel per la letteratura, che fu però assegnato a Grazia Deledda.
Ada Negri morì a Milano nel 1945.