Hanna Arendt: alle origini del pedagogismo
La filosofa tedesca colse la tendenza della pedagogia a sganciarsi dalle discipline d’insegnamento
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
La filosofa tedesca colse la tendenza della pedagogia a sganciarsi dalle discipline d’insegnamento
La voglia di stravolgere la scuola e la sua storia, frutto di lunghe esperienze passate, non sembra essere il risultato di un ragionamento
Nella scuola tendiamo ad introiettare le novità in modo acritico, spesso senza nemmeno indagare quali effetti esse abbiano prodotto nei paesi in cui sono state introdotte prima
Non si tratta certo di accettare l’inaccettabile; ma è davvero possibile modificare in modo significativo le manifestazioni della sfera affettiva delle persone attraverso l’intelletto?
Si può certo apprendere con divertimento, con piacere (il piacere della scoperta riguarda anche gli scienziati); ma bisogna anche acquisire la capacità di lavorare (l’apprendimento è il mestiere dello studente) quando l’attività sia meno o per nulla divertente
Qual è la lezione della storia circa gli effetti benefici del sapere disinteressato sulle altre attività umane?
Solo l’ignoranza su un dibattito millenario può generare una simile banalizzazione
L’atto di correggere è vissuto da troppe persone come una violenza sugli allievi. Con quali risultati?
Al “maestro” competono grandi responsabilità che gli è possibile assumere solo se non ci sono equivoci sul suo ruolo, che lo distingue dagli altri
Mantenere una prospettiva storica su ciò che definiamo “patrimonio culturale” presenta grandi vantaggi che non sarebbe giusto liquidare solo in nome di ciò che accade in altri paesi
Anche se conosciamo la risposta da millenni può valer la pena sapere che le conferme sono arrivate anche dalla psicologia contemporanea
Il dibattito sui rapporti tra educazione ed istruzione in epoca illuminista è ricco di insegnamenti ancor validi
Noi del Gessetto siamo aperti al nuovo? Dipende
Da troppi decenni troppe persone amano discutere di troppe cose di scuola senza avere nessuna vocazione a chiarirle davvero
L’insegnante filosofo di Cheronea (46-125 d.C.) aveva le idee piuttosto chiare circa l’ascolto come qualcosa di attivo, vitale per la formazione del sé, oltre che preparatorio ad ogni sua espressione
Lo storico della scienza ci ha messo in guardia con almeno venti anni di anticipo rispetto ad una possibile ubriacatura acritica verso la tecnologia digitale: esserne utenti è banale, e lo si apprende ovunque; altra cosa sarebbe padroneggiarla davvero…
Il noto matematico usava smontare le idee dei novatori, che spesso si diffondono nelle scuole senza alcuna discussione
Il grande interprete del pensiero marxiano e crociano ci ha lasciato una lezione che nessuno ha voluto apprendere, e resta tuttora inconfutata
Solo una solida cultura può davvero fare la differenza nella vita di chi non può percorrere altre vie
La tecnologia offre soluzioni eccezionali: ma non per tutti i problemi dell’essere umano.
L’educazione affettiva o sentimentale nelle scuole non è una buona idea, per svariate ragioni.
Il grande fisico era contrario ad una scuola che specializzi l’allievo senza prima averne ben fondato le capacità di pensiero generali.
Molti chiacchierano di “compiti di realtà”: ma non è realtà apprendere prima ciò che serve al dopo?