Una società in caste
Come aveva bene arguito Antonio Gramsci la rinuncia ad una istruzione seria ed estesa a tutti cristallizza la società, eliminando ogni mobilità economica
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Come aveva bene arguito Antonio Gramsci la rinuncia ad una istruzione seria ed estesa a tutti cristallizza la società, eliminando ogni mobilità economica
Siamo davvero convinti della necessaria priorità delle emozioni?
Una scuola che voglia essere efficace deve liberarsi dai pregiudizi dell’attivismo pedagogico e fare uso del voto numerico.
Indottrinare è indottrinare, sia nel bene che nel male; mentre la cultura è il più prezioso antidoto all’indottrinamento
L’articolo analizza il ruolo cruciale della scuola e le sfide che il sistema scolastico deve affrontare in ambito europeo; evidenzia le contraddizioni profonde che sono emerse in questi anni di cambiamenti epocali.
A sei mesi dalla nascita la pagina Facebook del Gessetto ha raggiunto i 2000 followers!
Il progressismo è la presunzione di introdurre una novità e cercare di convincere con ogni mezzo o addirittura costringere la gente ad adottarla, insomma la presunzione di imporre la novità dall’alto.
Testimone minoritario, sopravvissuto d’altri tempi nella scuola italiana, Monello parla del marasma della scuola attuale con una penna satirica impietosa, distruggendo la maschera dietro la quale la demolizione sistematica dell’istruzione pubblica è stata dissimulata: quella della retorica ministeriale.
La povertà degli insegnanti non giova alla scuola
I progetti incidono molto nella scansione del tempo scolastico, ma non si parla quasi mai della loro reale efficacia
DSA significa: disturbo specifico dell’apprendimento. Studiando si viene a sapere che i disturbi specifici dell’apprendimento sono quattro e ben caratterizzati: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia. Chiaro e semplice. Quando si passa alla pratica e si legge una diagnosi, purtroppo, le certezze vengono meno.
Il bellissimo libro di Gigi Monello fa chiarezza sulle ragioni dell’inquietante tracollo dell’istituzione scolastica attuale e smaschera il vuoto che si cela dietro la neo-lingua di quella che è già diventata una “fuffoscuola”.
La causa della decadenza della scuola: neoliberismo o pedagogia?
Un breve ritratto di come dovrebbe essere un insegnante.
Se la scuola accoglierà una ad una nel suo grembo tutte le educazioni che reclamano di essere adottate, il tempo per insegnare le discipline tradizionali, prima o poi, non esisterà più.
L’attenzione critica riservatami da Paolo Di Remigio meritava una risposta articolata. So che nessuno la leggerà interamente, in quanto troppo lunga, ma era necessaria un’analisi un po’ accurata. Sebbene scritta di fretta tra le pause di un’attività scolastica in questi giorni frenetici. Comunque utile perché mi ha portato a riflettere nuovamente su testi per me importanti.
I meme non vanno interpretati come sentenze assolute ma, piuttosto, come messaggi umoristici, caricature sarcastiche, metafore iperboliche, provocazioni intellettuali ed estremizzazioni comiche volte a far riflettere, a suscitare il dibattito e, nel contempo, a divertire.
Un confronto su cui riflettere: un’italo-spagnola ora insegnante nella scuola svedese ricorda il proprio percorso di studi nel paese dove è cresciuta.
La moderna scuola dei tanti progetti non fornisce più cultura e spirito critico.
Una risposta alla bella recensione che il prof. Carosotti ha dedicato alla traduzione italiana del libro di Hirsch sul fallimento del sistema scolastico statunitense.
Per fare collegamenti bisogna conoscere ciò che si vuole collegare
La miglior via per promuovere i cambiamenti? Mostrare come spregevole ciò che si intende cambiare
Un libro ironico ma aggraziato sulla scuola italiana, nella quale abbiamo sempre più bisogno di antidoti, terapie e catarsi
Il seguente episodio è accaduto nel settembre 2024, in una scuola italiana. Per me non si…
Riflessioni sull’utilità della statistica in campo pedagogico e delle statistiche delle scuole italiane
I primi giorni di scuola hanno la loro importanza, ma sempre più sembrano anticipare i problemi che seguiranno nel tempo
Non è una domanda retorica. Alcune mie libere riflessioni sul perché gli insegnanti non si oppongono al progressivo degrado della scuola.