Libertà di valutazione?
Le pressioni che subisce un’ insegnante che voglia, in coscienza, dare un’insufficienza in pagella in un breve racconto, ironico e molto amaro, di una nostra lettrice.
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Le pressioni che subisce un’ insegnante che voglia, in coscienza, dare un’insufficienza in pagella in un breve racconto, ironico e molto amaro, di una nostra lettrice.
Un’opera cinematografica diretta da Philip Barantini ed ideata da Jack Thorne e Stephen Graham traccia il ritratto di una scuola che ha ormai perso del tutto la bussola.
Su un punto siamo tutti concordi: i risultati scolastici, in termini di apprendimenti, sono calati negli ultimi trenta anni. Le teorie per spiegare il tracollo fioccano, ma qui vorrei riflettere su una delle conseguenze future.
Il ministro Valditara riconosce i risultati disastrosi della scuola italiana e propone le Nuove Indicazioni Nazionali come rimedio.
A partire dall’ovvio assunto che le esperienze dei bambini possono accompagnarsi utilmente alla concettualizzazione dei numeri, oggi sembra impazzare l’erronea convinzione che la matematica abbia lo statuto di una disciplina pratica, concreta: con danni enormi.
La scuola è un luogo dove per molto tempo sono state distillate pratiche efficaci che la velleità scientifica non può pensare di spazzare via: se non facendocene pagare i costi enormi.
Sono trascorsi quarant’anni da quando, ingenuamente e giovanilmente entusiasta, varcai da docente la soglia di un’aula scolastica ed ora ne uscirò definitivamente con la sgradevole e dolorosa sensazione di camminare su delle macerie.
Nonostante quello che sostengono diversi psico-pedagogisti, le nozioni sono necessarie per sviluppare le competenze e le competenze prive di conoscenze non sono che scatole vuote, ombre inconsistenti ed illusorie, retorica priva di fondamento.
Abbiamo deciso di aprire una sezione dedicata al racconto di casi di mobbing. Per sentirci meno soli, per avere un confronto, per organizzare la battaglia contro questo fenomeno sempre più diffuso nella scuola italiana.
Un alunno della scuola media ha aggredito un professore, dopo averlo già minacciato in passato. L’episodio evidenzia ancora una volta la crescente delegittimazione degli insegnanti e la crisi educativa.
È possibile studiare il problema dell’inclusione evitando le pregiudiziali ideologiche? L’articolo prova a chiederselo partendo dall’analisi della presa di posizione di Ernesto Galli Della Loggia e dalla salva di reazioni critiche che ha suscitato.
In troppi credono di poter sempre evitare agli allievi la ripetizione e la memorizzazione in vista della automatizzazione di processi mentali di base. Si può fare, certo: ma a danno dei processi mentali di ordine superiore.
Durante un consiglio di classe come tanti, tra lamentele su studenti svogliati e genitori invadenti, il preside propone un’inversione di prospettiva. Il consiglio si trasforma così in un’esperienza rivoluzionaria, in cui l’umiltà e l’onestà prendono il posto della sterile frustrazione.
Non è che i progetti o le attività non insegnino nulla, ma non insegnano quello che è prioritario: cioè le conoscenze fondamentali su cui costruire tutto il resto
Un prof di lettere sprofondato sulla poltrona del proprio salotto e immerso nella lettura di un classico giova molto di più ai suoi studenti del prof ‘currens’, di quello, cioè, che si affanna per organizzare progetti transdisciplinari o stage promozionali. Sto bestemmiando?
Il Gessetto riceve lettere relative ad esperienze professionali in cui ci si può rispecchiare. Bisogna restare uniti nella consapevolezza della fase che stiamo attraversando.
Non ha fine la lista delle educazioni a valori e principi cui, secondo alcuni, bisognerebbe educare gli alunni per migliorare la società: sempre sottraendo risorse al sapere.
Oggi viene chiamato IPIA, e forse la scomparsa della parola “Stato” nell’acronimo sottolinea, in maniera quasi ridondante, come queste strutture vengano oramai abbandonate da Roma a loro stesse, tra i flutti di un lassismo oramai dilagante, ed imperante.
Siamo certi che le diagnosi precoci siano sempre il meglio? Siamo certi che la medicalizzazione a scuola produca sempre effetti benefici? Per nulla…
L’insegnante ha grandissime responsabilità, e può certamente sbagliare, ma non tutto dipende da lui.
La burocrazia potrebbe anche essere utile ed avere un senso se non diventasse autoreferenziale, scollegata dalla realtà e il fine del sistema invece che uno dei suoi mezzi per realizzare i propri scopi.
Katharine Birbalsingh è una preside britannica nota per le sue posizioni sull’educazione tradizionale e la disciplina scolastica. Fondatrice della Michaela Community School, promuove rigore teorico, rispetto e ordine, sfidando le idee progressiste sull’insegnamento e sull’inclusione educativa.
Come i colleghi usino facilitazioni per coccolare gli studenti.
Se amiamo veramente i nostri figli perché stiamo costruendo sistemi e pratiche che minano fattivamente le loro possibilità di successo?
Le Nuove Indicazioni Nazionali anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara lasciano sperare che qualcosa si stia muovendo.
L’occidente (e la scuola) è in preda ad una furia patologizzante, che crea etichette emotive e psicologiche là dove solo pochi decenni fa c’erano le ineluttabili difficoltà della vita. Tutto ciò però non ha reso le persone più forti e capaci di affrontare il quotidiano.
La scuola deve superare gli equivoci pedagogici e assumersi il compito di trasmettere efficacemente le discipline teoriche.
Come migliorare i curricoli di studio relativi ai vari ordini di scuola? Non è troppo difficile.