Il senso del voto numerico
Una scuola che voglia essere efficace deve liberarsi dai pregiudizi dell’attivismo pedagogico e fare uso del voto numerico.
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Una scuola che voglia essere efficace deve liberarsi dai pregiudizi dell’attivismo pedagogico e fare uso del voto numerico.
L’articolo analizza il ruolo cruciale della scuola e le sfide che il sistema scolastico deve affrontare in ambito europeo; evidenzia le contraddizioni profonde che sono emerse in questi anni di cambiamenti epocali.
La causa della decadenza della scuola: neoliberismo o pedagogia?
Se la scuola accoglierà una ad una nel suo grembo tutte le educazioni che reclamano di essere adottate, il tempo per insegnare le discipline tradizionali, prima o poi, non esisterà più.
L’attenzione critica riservatami da Paolo Di Remigio meritava una risposta articolata. So che nessuno la leggerà interamente, in quanto troppo lunga, ma era necessaria un’analisi un po’ accurata. Sebbene scritta di fretta tra le pause di un’attività scolastica in questi giorni frenetici. Comunque utile perché mi ha portato a riflettere nuovamente su testi per me importanti.
Una risposta alla bella recensione che il prof. Carosotti ha dedicato alla traduzione italiana del libro di Hirsch sul fallimento del sistema scolastico statunitense.
La digitalizzazione forzata sta condizionando le capacità intellettive delle persone, modificando le strutture stesse della facoltà ragionativa.
I pedagogisti non comprendono che la valutazione descrittiva è contenuta nella correzione degli elaborati, ignorano per ideologia ugualitaria l’utilità didattica del voto e negano agli altri docenti di fare ciò che essi stessi fanno.
Quando la pluralità dei docenti nella scuola primaria complica la ricetta educativa
La pedagogia crede erroneamente che la severità della scuola dipenda da una gratuita crudeltà degli insegnanti, non dalla forma teorica, non intuitiva, del suo insegnamento. Imponendo agli insegnanti di affidarsi alla curiosità spontanea dei bambini, essa distrugge la scuola occidentale.
La pedagogia ama vantare la discendenza della sua concezione puerocentrica dalla pratica socratica della maieutica. Si tratta però di un equivoco: la maieutica filosofica non è un metodo pedagogico, ma la scoperta, fondamentale per la nostra civiltà, dell’essenzialità della critica per la scienza.
Negli Stati Uniti degli anni Sessanta si affermò la tendenza a superare il principio dell’uguaglianza delle opportunità in direzione dell’uguaglianza dei risultati. La tendenza ebbe come risultato il riaffermarsi della pedagogia progressista nelle scuole dopo la sua grave crisi negli anni Cinquanta.
Hirsch illustra il disastro della scuola americana e lo spiega con l’errore pedagogico di volere che gli alunni acquisiscano le abilità teoriche senza conoscenze e attraverso modalità naturali e spontanee di apprendimento. Lo stesso errore ha investito la scuola europea e ne sta determinando la decadenza.
È evidente che la scuola del secolo scorso non era perfetta, ma è fuori di ogni ragionevole dubbio che essa è stata un’istituzione largamente ed amaramente da rimpiangere.
Molti organi di stampa amplificano spesso opinioni decettive ed espresse con grande leggerezza contribuendo al dilagare di ideologie malfondate
Un agile pamphlet di uno degli autori del Gessetto entra nel vivo dei problemi filosofici costantemente evitati o taciuti dai sostenitori della pedagogia naturalistica oggi caldeggiata un po’ ovunque
Molti fanno rientrare le attività didattiche tra quelle che un supposto neo-liberismo economico avrebbe corrotto in modo irrimediabile. Ma è vero?
A partire da Rousseau la pedagogia attiva immagina nel bambino una istintività buona e capace di portarlo alla perfezione umana attraverso un’evoluzione autonoma. L’etologia ha invece dimostrato la limitatezza vitale degli istinti e la forza spontanea dell’aggressività intraspecifica negli animali e nell’uomo. Ne segue la necessità di una scuola che non si limiti ad assecondare gli interessi e i comportamenti istintivi degli alunni, ma li guidi alla conoscenza teorica e al rispetto dei valori spirituali.
Sempre più insegnanti sembrano perseguire il loro utile, piuttosto che il giusto contribuendo innanzi tutto alla rovina della scuola, che diventa sempre più un luogo di indottrinamento, piuttosto che un autentico luogo di formazione e di conoscenza, e contemporaneamente al tracollo culturale di un intero popolo.
Il conoscere è stato declinato nelle varie linee guida didattico-pedagogiche in saper fare, saper essere, saper stare… il concetto di sapere in sé appare ormai non solo obsoleto ma inutile, inservibile, superfluo, quasi incomprensibile…
La pedagogia attuale insiste, sbagliando, su forme di apprendimento non applicabili (se non con enorme spreco di energie) alla lettura, alla scrittura, al calcolo…
Sembra inestinguibile la tendenza di troppi docenti a valutare gli esiti dei percorsi scolastici seguendo criteri di tipo moralistico
La conoscenza scientifica è dimostrativa; presuppone dunque strutture cognitive non ereditate per via naturale, ma da costruire con consapevolezza e fatica tramite l’insegnamento scolastico. La pedagogia, che disprezza la conoscenza dimostrativa, è causa della rovina della scuola.
Il pedagoghese è un gergo, e sembra incarnare la precisa vocazione ad escludere chi non si occupa in prima persona di pedagogia, oltre che a girare quasi sempre a vuoto attorno a poche e malsicure conoscenze.
In una scuola, per decisione del Dirigente, due studenti di religione islamica sono stati esentati dallo studio di Dante e della Commedia in quanto ritenuta potenzialmente offensiva.
Molti rivendicano una scuola che educhi più che istruire; altri invece non scorgono il valore educativo dell’istruzione
L’attuale esame di Stato, in particolare il colloquio, soffre molti difetti: induce il candidato ad effettuare collegamenti anche inconsistenti, svantaggia chi ha un profilo cognitivo analitico e privilegia, a scapito della verifica delle conoscenze, “oggetti scolastici non identificati” quali clil, pcto, capolavoro, curriculum dello studente, orientamento.