Imparare a perdere per non corrompersi
Cosa resta da fare quando ci si trova a far parte di un sistema corrotto?
«Il futuro sarà come sono le scuole di oggi»
Cosa resta da fare quando ci si trova a far parte di un sistema corrotto?
La disciplina e il rispetto non si impongono con la furia, che invece risponde spesso a un bisogno nascosto di chi sta in cattedra.
L’apparire comprensivi o generosi può essere una strategia per evitare uno scontro nel quale l’insegnante teme di soccombere.
Ecco cosa succede quando la promozione è totalmente slegata dall’apprendimento!
Siamo sicuri che il fine prioritario di tutte le scuole coincida con quello dell’istruzione?
Cosa rende un insegnante un cattivo insegnante?
Con questa lettera un insegnante ha trovato il coraggio di denunciare una serie di soprusi e di ingiustizie subite in una scuola dove accadono, non solo cose immorali, ma anche illegali.
La domanda è una componente fondamentale dell’apprendimento: chi rifiuta la domanda o chi la demonizza, a parole o anche “solo” con l’atteggiamento, non è un vero insegnante, perché, in ultima analisi, insegna a non imparare.
Non è detto che il genio sia anche un buon insegnante, anzi. Dalla prospettiva di un genio, infatti, risulta molto più difficile comprendere le difficoltà della maggior parte degli studenti e questo può rappresentare un ostacolo che l’insegnante mediocre, al contrario, non possiede.
La paura di sbagliare rappresenta il primo vero grande sbaglio. Un errore commesso proprio da quegli insegnanti che hanno il terrore di errare e cercando certezze laddove non ce ne sono, trasformando le proprie conoscenze nella propria personale religione a cui gli studenti devono sottomettersi.
È davvero possibile che esistano scuole del genere?
Sì.
Da dieci anni ho accesso ad una scuola abbandonata. L’ho scoperta per caso e ho deciso di non dire nulla a nessuno, almeno fino a questo momento. Ora, infatti, dopo anni di letture ho deciso di selezionare i testi più interessanti e di pubblicarli.