Didattica trasmissiva

Il diavolo si annida nei dettagli e molti sono i segnali della grave crisi del sistema scolastico.

In primavera mi sono iscritto a un incontro promosso dalla scuola, via Zoom, con una formatrice praticante lo sport nazionale “insegnare a insegnare”, tema: didattica e verifiche digitali.

La relatrice indica subito, con tanto di diapositiva, i due feticci da esporre al pubblico ludibrio, la didattica trasmissiva e la lezione frontale.

Mi è venuta la tentazione di saltare su (ma gli interventi erano previsti solo alla fine) e dire: perbacco l’umanità ha inventato la scrittura e la stampa appositamente per trasmettere il sapere nella sua più vasta accezione, e adesso invece faremo riscoprire ai nostri ragazzi l’acqua calda e l’ombrello, magnifico! E in cinque anni dalla caduta dal seggiolone e dalla lallazione arriveremo alla caduta dei gravi e Dante e via via fino a Montale e alla quantistica. Inoltre volevo far notare alla gentile Signora che quella che stava facendo era esattamente una lezione frontale. Poi ho pensato che andare in chiesa e interrompere la messa per dire al parroco che dopotutto forse Dio non esiste è una cosa maleducata. Mi sono scollegato.

Ho visto scritto in qualche documento didattica blended, non conosco l’inglese, anche se mi echeggiava nella mente qualcosa che evocava il whisky, e sono andato a controllare nel vocabolario. Mi chiedo, didattica mista è una parolaccia? Quando faccio queste osservazioni spesso i colleghi scuotono la testa leggermente infastiditi, il senso è: si hai anche ragione, ma sono minuzie, non è questo il problema.

Io invece sono testardamente convinto che è anche questo il problema, la nostra bimillenaria cultura cristiana ci ha insegnato che il diavolo si annida nei dettagli, e non mi sembra che nel testo della nostra Costituzione ci sia una sola parola inglese.

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