Docenti aggrediti: il sintomo di una scuola delegittimata

Un alunno della scuola media ha aggredito un professore, dopo averlo già minacciato in passato. L’episodio evidenzia ancora una volta la crescente delegittimazione degli insegnanti e la crisi educativa.


È di questi giorni l’ennesima notizia di un professore aggredito da un alunno. Il fatto, avvenuto a Inzago, paese dell’hinterland milanese, ha coinvolto il professore e noto jazzista Sergio Orlandi e un suo alunno 14enne, che frequenta la scuola media del paese. Già due mesi fa il professore aveva subito minacce dall’alunno, rimproverato per aver disturbato la lezione. In accordo con il consiglio di classe, però, si era deciso di non prendere alcun provvedimento. Nonostante i rapporti sembrassero essersi distesi, nella mezzanotte tra il 28 febbraio e l’1 marzo, l’alunno e un suo amico, incontrando per caso il professore, decidono di malmenare il docente 60enne, che a questo punto li denuncia ai carabinieri.

Non è il caso di stupirsi, data la lunga schiera di casi simili degli ultimi anni. Come riportato dal capo della Polizia Vittorio Pisani (fonte: Ansa), considerando solo i casi denunciati, sono 133 le aggressioni ai danni dei docenti avvenute tra il gennaio 2023 e febbraio 2024, e, di queste, 70 sono da parte di studenti. In molti casi, quindi, sono i genitori a perpetrare il reato.

Come nota Giorgio Ragazzini, autore di Una scuola esigente: educazione, istruzione, senso civico, “in effetti [il fenomeno delle aggressioni ai docenti] è solo il risultato inevitabile di un processo di delegittimazione a cui si è assistito senza preoccuparsi e soprattutto senza intervenire” [1]. La delegittimazione avviene innanzitutto quando si decide di non prendere provvedimenti disciplinari, anche se sarebbe necessario per il ruolo educativo che la scuola ricopre. O, addirittura, se le famiglie stesse vengono meno al proprio ruolo educativo, delegandolo completamente alla scuola. La figura dell’insegnante è sminuita, quando nel consiglio di classe le sue valutazioni non vengono rispettate, pretendendo che il successo formativo sia unica e sola responsabilità del docente. Ma la delegittimazione avviene soprattutto quando l’essenza stessa della scuola, come luogo di formazione didattica e culturale, viene messa in discussione e, al suo posto, si dà spazio alla burocrazia, ai progetti e alle uscite didattiche fine a se stesse.

In sintesi, le aggressioni ai docenti sono un odioso sintomo di quello che è un problema ben più profondo: in questo contesto che bada al superficiale più che alla sostanza, è prevedibile che gli alunni non rispettino il ruolo dell’insegnante.

Al fine di arginare questo grave fenomeno e allo scopo di migliorare, più in generale, la condizione della scuola, è necessario che tutti gli attori coinvolti (i genitori, gli alunni, i docenti, i dirigenti, i collaboratori) ripensino fortemente a quello che deve essere lo scopo primo dell’istituzione scolastica: istruire i futuri cittadini e tramandare loro una cultura che rifugga la brutalità dell’ignoranza.


[1] Giorgio Ragazzini, Una scuola esigente: educazione, istruzione, senso civico, Rubbettino, p. 95

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