La lezione: riflettere guardandosi negli occhi
Nella lezione frontale si può sorprendere l’animo, l’intelligenza e la coscienza degli alunni e aprire a un nuovo percorso cogliendo in lui la volontà di voler andare fino in fondo e aprire quelle scatole dei segreti che piano piano gli si pone davanti.
Ho visto che oggi c’era un post provocatorio sulla lezione “frontale” ed ho letto in alcuni post una sorta di stizza di alcuni. Porto la mia esperienza.
La lezione “frontale” è stata sempre per me un punto di partenza importante non solo per spiegare qualcosa che poi si sarebbe tradotto in compito di realtà, ricerca o altro ma la porta con cui aprire la curiosità degli alunni, stimolarli alla bellezza delle cose che si stanno per conoscere e affrontare.
Nella lezione frontale si può sorprendere l’animo, l’intelligenza e la coscienza degli alunni e aprire a un nuovo percorso cogliendo in lui la volontà di voler andare fino in fondo e aprire quelle scatole dei segreti che piano piano gli si pone davanti.
Talvolta è vero ciò che diceva il post provocatorio, cioè che molti sfuggono alla lezione frontale perché è più semplice porre una scheda, un lavoro e in più permette di gestire meglio la classe a livello comportamentale. Io ho avuto diversi colleghi più anziani che mi dicevano “falli lavorare” oppure “dagli qualcosa da fare” ma così gli alunni non acquistano capacità di ascolto, riflessione, attenzione e divengono ciò che vuole il sistema oggi, gli uomini che lavorano senza pensare. Per chi non ci crede basta guardare l’articolo pubblicato su Bill Gates e l’intelligenza artificiale che sostituisce l’insegnante, sintomo di una volontà di avere non insegnanti ma formatori di professioni o meglio operai specializzati.
La lezione “frontale” ha il potere di spostare gli equilibri verso un livello culturale più alto, verso la capacità di dare alle menti la via della propria esperienza critica, riflessiva, creativa.
Esempio: raccontare la storia di un uomo che ha inventato qualcosa dal nulla o dal poco apre nei bambini e nei ragazzi la fiducia che si può fare qualcosa di grande e di buono e di bello.