Libertà di insegnamento

La libertà vale anche per l’insegnamento: ma di che cosa?


Un breve pensiero ispirato dall’art. 33 della nostra amata Costituzione, che si apre così:

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

Non ci sono dubbi sul fatto che l’assemblea costituente, chiamando qui in causa l’arte e la scienza, si riferisse alle scuole ed alle università nella loro generalità, e non a qualche speciale accademia artistica o galileiana.

Dunque secondo la Costituzione le scuole si devono occupare di insegnare le arti e le scienze in senso lato. Queste comprendono, nell’accezione tradizionale, quelle che noi comunemente chiamiamo discipline di studio; non comprendono affatto le soft skills, le competenze relazionali, le competenze emotive, l’affettività, l’empatia o la carità. Queste sono cose importanti e più che degne, ma secondo la Costituzione italiana non possono essere oggetti concreti di insegnamento scolastico, se non nella loro forma intellettuale, cioè come argomenti di studio critico nell’ambito di discipline come la psicologia o la morale; non certo come comportamenti da apprendere.

Fine del pensiero.

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